Aiuto, penso di essere malato! Ipocondria: cos’è e come si può gestire

Francesco è molto in ansia: si è appena reso conto di avvertire un fastidio all’altezza del petto che prima sicuramente non c’era, inizia a chiedersi cosa potrebbe essere e a cercare informazioni su internet.

Si aprono scenari raccapriccianti: le patologie possibili sono tante e alcune gravissime, chiama il medico curante che tende a rassicurarlo ma Francesco non è convinto… Sarà il caso di rivolgersi ad uno specialista, visto anche quello che è successo a un suo conoscente che ha scoperto di avere una malattia grave…

Se ti sei riconosciuto in questa descrizione, forse anche tu soffri del disturbo da Ansia di malattia, più comunemente conosciuto come Ipocondria.

Ti rendi conto che purtroppo occupi una buona parte del tuo tempo a preoccuparti per i segnali che arrivano dal tuo corpo e ad immaginare conseguenze catastrofiche, causandoti così un malessere che peggiora notevolmente la qualità della tua vita.

Insieme cercheremo di capire che cosè l’ipocondria, quali sono le possibili cause e soprattutto come si può affrontare!

Cosè l’ipocondria

Con ipocondria si definisce la tendenza a preoccuparsi eccessivamente per la propria salute, senza che ci siano condizioni accertate di malattia.

I segnali che arrivano dal nostro corpo vengono interpretati come sintomi preoccupanti e da approfondire: si può trattare del battito cardiaco che sembra alterato, di alterazioni fisiche di lieve entità (per es. una piccola ferita) o di sensazioni confuse e indistinte.

In ogni caso, tutti i minimi cambiamenti del proprio corpo vengono letti alla luce delle possibili malattie che potrebbero segnalare.

La persona che soffre di tale disturbo tende ad entrare in uno stato di fortissima ansia e a cercare quindi risposte su internet, questo in genere acuisce il suo malessere e a questo punto può rivolgersi al medico per essere visitato oppure perché gli siano prescritti degli esami.

Quando la persona ha la conferma di non avere niente di grave si rassicura, ma solo per un breve periodo perché generalmente dopo poco emerge un nuovo sintomo che ricomincia a causare ansie e preoccupazioni. Si riparte quindi con il circolo vizioso della ricerca di informazioni, l’ansia che aumenta, il ricorso a medici ed esami e così via.

Ci sono invece altre persone, che pur essendo costantemente preoccupati per la loro salute, hanno il terrore di medici ed esami, quindi li evitano in tutti i modi possibili.

In entrambi i casi, le conseguenze sulla propria vita sono pesanti, poiché la vita relazionale, scolastica o lavorativa è compromessa da questa costante preoccupazione, che come un velo nero sempre presente, spesso impedisce di godersi anche i momenti belli.

Come possiamo immaginare, è spesso la vita relazionale ad essere più colpita, poichè familari e amici possono allontanarsi o al contrario è chi soffre di ipocondria che può tendere a isolarsi, non sentendosi sufficientemente accolto e compreso nel suo malessere.

Ci possono essere dei fattori predisponenti, per esempio essere cresciuti in una famiglia in cui l’ansia per la salute era molto forte oppure aver vissuto l’incontro con la malattia e la morte in modo precoce e traumatico.

In ogni caso il comune denominatore è sicuramente la tendenza ad essere molto ansiosi e a voler controllare tutto. Andiamo a capire meglio cosa si intende per controllo…

 

Il controllo: alleato o nemico?

Tutti noi , anche se in misura diversa, abbiamo bisogno di controllare ciò che ci succede: questo ci serve per tollerare l’ansia dell’ignoto e dell’imprevedibile.

Entro determinati limiti, il bisogno di controllare ciò che accade nella nostra vita è fisiologico e può essere anche utile, nel momento in cui ci permette di organizzare e pianificare in modo costruttivo le nostre attività.

Ma quando l’esigenza di controllare diventa predominante, il rischio è che tutto ciò che non può essere controllato risulti intollerabile. E cosa c’è di meno controllabile delle malattie?

Ciò di cui però spesso non ci rendiamo conto è che tendiamo a spostare le nostre insicurezze interne sull’esterno, in modo particolare sul corpo.

Non posso controllare ciò che mi succederà ma posso rafforzarmi, in modo da sentire che potrò affrontare le diverse evenienze della vita… Utilizzando l’immagine della barca, non posso prevedere se ci sarà il sole o la pioggia, ma posso irrobustire le mie vele e aggiustare il mio timone…

Vediamo insieme come!

I pensieri che non ci aiutano

Ci sono alcuni pensieri, di cui non sempre siamo consapevoli, che invece di aiutarci ci ostacolano.
Alcuni pensieri che causano malessere possono essere:

• Devo controllare tutto, altrimenti ci saranno conseguenze catastrofiche e irreversibili.
• Se smetto di preoccuparmi, succederà qualcosa di spiacevole.
• Se mi preoccupo costantemente, quando arriverà la cattiva notizia sarò più preparato e soffrirò di meno.

In realtà sappiamo benissimo che non è preoccupandoci costantemente che ci proteggiamo, anzi il risultato è proprio l’opposto: l’ansia quotidiana ci indebolisce e ci rimanda sempre la stessa immagine di noi ovvero di una persona fragile e senza risorse.

In realtà le risorse ci sono, solo che gran parte della nostra energia è focalizzata sul controllare e sul preoccuparsi, ne rimane davvero poca da investire su di noi in modo sano e costruttivo!

Cosa si può fare per stare meglio?

Se ci accorgiamo che il malessere è troppo forte e sta diventando invalidante per la nostra vita e il nostro equilibrio, può essere importante rivolgersi a un professionista che sappia aiutarci.

La terapia cognitivo-comportamentale è molto utilizzata in questo tipo di disturbo, perché permette di lavorare sui pensieri che sono alla base dell’ipocondria, per modificare quelli che non sono non utili e rispondenti alla realtà.

Nello spazio di terapia è possibile essere aiutati a disinnescare il meccanismo automatico che porta a stare sempre sugli stessi pensieri, fonte di malessere e a individuare pensieri alternativi che possano realmente aiutarci e sostenerci.

Nelle terapie ad impostazione psicodinamica si cerca invece di andare in profondità per capire quali paure e quali bisogni sono alla base delle insicurezze che portano la persona a sentirsi estremamente vulnerabile e in balia degli eventi.

Entrambi gli approcci sono comunque rivolti all’individuazione delle risorse, perché chi soffre non riesce più da solo a trovarle e utilizzarle!

Inoltre è fondamentale poter imparare a gestire meglio l’ansia, che spesso è vissuta come qualcosa di intollerabile; se invece impariamo a starci dentro senza venirne schiacciati , potremo scoprire che certo non è piacevole ma non mi travolge più come prima..

A questo scopo può essere molto utile la mindfulness, una forma di meditazione, che aiuta a focalizzare l’attenzione sul momento presente e a stare nelle proprie emozioni in modo non giudicante.

Ricapitolando

• L’ ipocondria o Disturbo da Ansia da malattia , è una condizione di disagio caratterizzata da una preoccupazione eccessiva e infondata, riguardo la propria salute.
• Ogni sintomo fisico viene interpretato come un segnale di malattia.
• La persona con ipocondria controlla ossessivamente il proprio corpo, cercando continue rassicurazioni da medici ed esami, o al contrario evita tutto ciò che è medico, vivendo
comunque nel terrore delle malattie.
• La vita relazionale, scolastica e lavorativa è compromessa o comunque notevolmente limitata.
• E’ possibile affrontarla ed imparare a gestire meglio l’ansia che caratterizza questo disturbo, con il supporto di un percorso terapeutico.

In conclusione, l’ipocondria si può affrontare e gestire, permettendo a chi ne soffre di riappropriarsi della propria vita e del piacere di viverla!