Narcisismo e dipendenza affettiva sono partner ideali, la coppia perfetta.
Ma siamo davvero sicuri che il narcisista non sia un dipendente affettivo? Avete mai pensato alla possibilità che sia il narcisista a dipendere da noi, ad avere bisogno di noi?
Tutto ci porterebbe a sostenere il contrario: l’idea grandiosa di sé, l’ostentazione di sicurezza, l’arroganza, il fallimento dell’empatia, evidenti soprattutto nel narcisismo a pelle spessa o Overt.
Eppure, questa apparente forza sottende tutt’altro. E cosa?
In questo articolo cercheremo di vedere in modo semplice come la dipendenza affettiva sia presente anche nel narcisismo e quali siano le reali dinamiche che muovono il narcisista. Questo può costituire un ribaltamento rispetto alla interpretazione superficiale del costrutto. L’obbiettivo dell’articolo è quello di far vedere nuove prospettive a coloro che si sentono vittime dei comportamenti arroganti e svalutanti tipici del narcisista.
Tornando alla domanda di poco fa, cosa sottende l’atteggiamento del narcisista? una prima risposta può essere questa: il faticoso tentativo di sentirsi non meritevole, depresso e solo.
Parlare di narcisismo non è facile. Anche la letteratura ci conferma come vi sia spesso confusione teorica in merito al costrutto. Ancora oggi, dopo molti anni dall’introduzione di questo concetto, non vi è un accordo generale sul suo significato e sulla sua genesi. Si parla addirittura di “arcipelago di personalità narcisistiche” o di “narcisismi”.
Sarebbe però sbagliato declinare il narcisismo esclusivamente come patologico. Il sano narcisismo ci consente di riconoscere le nostre qualità funzionali e per questo potremmo definirlo come narcisismo fisiologico. Nel suo esito patologico, invece, alimenta la necessità di costruire un’immagine grandiosa di sé.
Il narcisista attua una celebrazione eccessiva della sua persona, tende a concentrarsi sul proprio dispiacere e non vede l’altro.
CHI E’ IL NARCISISTA A PELLE SPESSA?
La personalità narcisistica di pentimenti ne ha pochi ed è incapace di esercitare uno spirito critico. Cerca ammirazione, c’è costante autocelebrazione. È assente la reciprocità.
Nel mito narrato da Ovidio, Narciso è talmente innamorato di sé che, anche mentre viene trasportato negli inferi, cerca di vedere la sua immagine, riflessa nelle acque dello Stige.
Questo è in narcisismo dell’arroganza, l’Overt o a pelle spessa. È un tipo di personalità che ha bisogno di un pubblico che lo incensi e lo adori.
Si fonda su un’apparente onnipotenza, sulla manipolazione dell’altro per ricavare un vantaggio personale e sull’incapacità di gratitudine. Non c’è esercizio di autocritica ed è presente la pretesa di privilegio.
Il narcisismo ha a che fare con la finzione, vuole dare l’idea di essere qualcos’altro.
Il narcisista sarà sempre tormentato dall’insoddisfazione e schiacciato dall’ombra depressiva.
È soltanto attraverso la conferma della sua potenza che il narcisista è appagato. Ha bisogno dell’altro, esattamente come accade nella dipendenza affettiva. A cambiare è soltanto la modalità con cui questa viene espressa.
PERCHÉ IL NARCISISTA HA NECESSITÀ DI SVILUPPARE UN’ IMMAGINE TALE DI SÉ?
Partiamo da una storia. Mi riferisco al mito di Narciso narrato da Ovidio nel terzo libro delle Metamorfosi. Nel mito la madre di Narciso chiese all’indovino Tiresia come sarebbe stata la vecchiaia del figlio. Tiresia le rispose che Narciso avrebbe vissuto a lungo purché non conoscesse mai sé stesso.
Iniziamo a vedere il narcisista da un altro punto di vista: il narcisista fugge dalla consapevolezza di sé, dal suo dolore. Attraverso la costruzione della sua grandiosità prova a difendersi dall’angoscia e dall’invidia che in realtà vive.
Ed è proprio questo è ciò che il narcisista non dovrà mai conoscere: il bisogno dell’altro per costruire la sua forza, la sua potenza e nascondere l’umiliazione e la rabbia che lo travolgerebbero se si scoprisse. Cosa è dunque lo sviluppo della sua grandiosità se non una difesa?
QUANDO IL NARCISTA RICHIEDE UNA PSICOTERAPIA?
Difficilmente un narcisista a pelle spessa approderà alla psicoterapia, perché non può dire a sé stesso di avere bisogno di un aiuto. Potrà accedere dopo un fallimento, quando qualcosa nel suo disegno andrà storto. Entrerà in quella che viene definita depressione narcisistica ed è quello il punto in cui la cura può partire.
Più comune è la richiesta di psicoterapia della persona che soffre perché consapevole della sua dipendenza affettiva. Con questa persona il lavoro sarà facilitato poiché ha già dato vita alla più grande delle manifestazioni di indipendenza e libertà: la richiesta autentica di aiuto. Di tale risorsa il narcisista Overt ne è sprovvisto e ciò costituisce l’ulteriore elemento di estrema vulnerabilità.
Per un approfondimento
Convinta dell’importanza delle contaminazioni disciplinari e del dialogo transdisciplinare, come Lingiardi insegna, consiglio la lettura del mito narrato da Ovidio nelle metamorfosi. Freud gli dà seconda vita lo trasforma in un funzionamento psichico. Consigliato “Il ritratto di Dorian Gray” di Wilde, provando a leggerlo consapevoli delle dinamiche trattate nell’articolo.
Bellissimo il testo di Vittorio Lingiardi “Arcipelago N. Variazioni sul narcisismo”. Da questo ultimo testo e da alcune sue conferenze sono stati tratti gli spunti per questo lavoro.
Da ultimo, Christopher Lasch’s “La cultura del narcisismo” per una lettura sociologica.